Famiglia

L’esame fa male? Arriva il clown dottore

Al Meyer una manovra diagnostica particolarmente dolorosa effettuata per la prima volta senza ricorso all’anestesia ma con la tecnica della “distrazione”

di Redazione

Un esame diagnostico particolarmente doloroso effettuato senza il ricorso all?anestesia ma utilizzando tecniche di ?distrazione? realizzate da clown-dottori. E? accaduto nei giorni scorsi all?Ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Protagonisti della vicenda una piccola ricoverata nel reparto di onco-ematologia, il personale medico e infermieristico del reparto e del Servizio di terapia del dolore e due clown-dottori di ?Soccorso clown? che opera ormai da anni al Meyer. La bambina, una piccola albanese di 12 anni, arrivata insieme alla madre all?Ospedale Pediatrico grazie alla attività di Cooperazione internazionale che il Meyer coordina a livello regionale, doveva essere sottoposta a una ?biopsia ossea?, un esame particolarmente doloroso ma necessario per stabilire l?esatta natura della sua patologia. Le condizioni generali della piccola sconsigliavano il ricorso all?anestesia di tipo farmacologico. Si è così deciso di utilizzare, almeno in prima battuta e restando pronti ad ogni altro tipo di intervento, la tecnica della ?distrazione?, che viene già usata al Meyer per manovre meno impegnative e che consiste nell?aiutare il paziente a distogliere la mente da quanto di sgradevole sta accadendo concentrandosi su eventi più gradevoli. Due clown-dottori, la dottoressa ?Trombetta? e la dottoressa ?Paciocca?, hanno preso contatto con la bambina (che, come la madre, non parla l?italiano e non conosce il significato della parola clown) nella sua stanza e qui hanno cominciato a farla divertire e rilassare. Dopo qualche minuto alla bambina è stato fatto respirare un po? di protossido di azoto, comunemente chiamato ?gas esilarante? che ha anche un blando effetto anestetico. Quindi la piccola è stata portata sempre in compagnia dei clown dottori in medicheria dove la dottoressa Alma Lippi, dopo aver praticato una lieve anestesia locale per neutralizzare il dolore provocato dall?ago sulla pelle, ha realizzato la biopsia. Durante l?intervento, in tutto una ventina di minuti, la bambina non si è lamentata né si è mossa, concentratissima sui giochi e i sorrisi delle due clown. ?Non avevo mai visto nè credo che sia stato mai tentato prima niente del genere ? dice il dottor Andrea Messeri, responsabile del Servizio di terapia del dolore ? Bisogna tenere conto che la biopsia ossea è un esame molto doloroso, più della puntura lombare o dell?aspirato midollare?. Si tratta in pratica di prelevare nella zona del bacino un frammento di osso, tramite un ?carotaggio? compiuto con un ago simile ad un ferro da calza. ?Normalmente ? spiega il dottor Messeri ? si fa in sedazione più o meno profonda. Ma in questo caso, considerate le condizioni complessive della bambina, abbiamo tentato con un altro metodo e il risultato è stato straordinario, sotto il profilo psicologico e fisico: la bambina non si è mai spaventata, non ha né gridato né pianto?.


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